Eccoci qui, quest’anno
pensavo di non scrivere gli auguri per far spazio al Silenzio.
Pero’ la nostalgia delle
persone che fanno parte della mia vita e’ tanta ed allora almeno con la “parola”
scritta vorrei arrivare a ciascuno, senza invadere il momento unico tra noi e questo
Dio che si ostina ogni anno a voler nascere.
Cerca di farsi spazio.
Mi sono messo davanti al
Presepe con i bambini; in silenzio.
Cercando di guardare con gli
occhi fisici e con gli occhi del cuore.
Nonostante il Presepe sia
muto, sento un enorme frastuono.
Urla e grida di bambini, gli
animali del gregge, chi porta sulle spalle l’agnello, chi vende il pesce, i
pastori che cantano e bevono una bella ciotola di rosso d.o.p. della zona.
Guardando le statuine lo
sguardo si ferma su Gesu’, Maria e Giuseppe – sempre ultimo sto Giuseppe,
poverino !!!- e nonostante non senta
niente, il loro Silenzio mi riempie il cuore e la mente di Parole, o meglio mi
riempie con la Parola.
Allora mi si apre la storia e
capisco che i suoni e le voci che mi arrivano dalle statuine sono le nostre.
Eh si, la statuina che vende
il pesce e’ proprio la signora che ho incontrato al mercato ieri mattina.
I volti dei pastori, li ho visti oggi nella vallata qui davanti.
I bambini, si sono loro li
riconosco, sono tutti passati dalla nostra casa famiglia.
Ma allora li c’e’ la nostra
vita, la mia vita.
Ogni anno quando guardo il
presepe e’ come se guardassi la mia vita: ogni giorno trascorso al lavoro, in
famiglia, a scuola, al bar con gli amici, in Chiesa durante la S. Messa quando
il Cristo si fa carne e si dona.
Io sono li, davanti a quella
grotta, con tutta la mia umanita’ e incredulita’ per quello che sta accadendo.
Sento il freddo in quella
notte buia, e ce ne sono state nella vita di notti buie.
Mi rendo conto di non essere
solo nel fissare lo sguardo verso Lui,
ci sono gli ultimi, i fuori le mura, i reietti; di allora come oggi.
La mossa di Dio nel nascere
fuori dagli schemi ordinari e’ un segno di speranza grande per me.
Nessuno e’ escluso, tutti
hanno la possibilita’ di andare alla grotta, poveri e ricchi, piccoli e grandi,
sapienti e pastori, re e sudditi.
Ma li tutto si azzera, tutto
si trasforma ed io sono identico a te, non perche’ mi annullo ma perche’ mi
ritrovo in te.
Quel Dio appena nato e’ stato
capace di cancellare il mio orgoglio, la mia sete di vendetta, la mia ricchezza
o poverta’ materiale, la mia voglia di essere piu’ furbo, piu’ santo, piu’
cattolico di te, ecc.
Ad un tratto la piccola
Helena mi scuote il braccio e in un attimo mi ritrovo qui sulla terra, nel
nostro piccolo locale, davanti al
piccolo Presepe che abbiamo fatto.
Sorrido e sono contento di
essere tornato nel nostro Presepe quotidiano, vivo e reale, oggi come ieri.
I bambini, le preoccupazioni,
le gioie, le arrabbiature e le speranze di ogni uomo e donna in cammino verso
la Grotta.
Ognuno di noi ha il suo
posto, il Signore mi ha portato a vivere con gli ultimi e i piccoli della societa’; sono felice
perche’ e’ la vita riservata per me.
I miei limiti e i miei pregi,
il mio peccato e la mia debolezza; davanti alla grotta l’eternita’ e’ entrata
nella nostra vita.
Coraggio portiamo la Luce
della grotta a chi soffre, a chi non vede speranza, a chi lotta per vivere, a
chi sta cercando un motivo per andare avanti, a tutti coloro che sono fuori le
mura e si sentono persi.
Ciascuno di noi ha la Luce
dentro di se’, ciascuno di noi e’ la
Luce.
Tanti tanti auguri di un
Natale senza fine.
Un abbraccio e una preghiera
da tutti noi
Enrico e bambini
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